È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.
articolo 59
Spiegazione
L’articolo istituisce la figura del senatore a vita, con l’obiettivo di «assicurare ai sommi, ai geni tutelari della Patria, una tribuna che essi non hanno».
Venne contestato che se vi sono persone che perseguono una vita diversa da quella politica, anche se con qualità particolari, è bene che dalla vita politica siano tenuti fuori, perché ognuno di questi avrebbe di fronte ai problemi politici un suo determinato atteggiamento, che si rifletterebbe inevitabilmente sulla fisionomia politica del Senato. Ma considerato il numero esiguo dei senatori «di diritto», l’Assemblea pensò che questi non avrebbero potuto modificare i rapporti di forza fra maggioranza e opposizione.
Fino agli anni Ottanta, la dottrina è stata concorde nel ritenere che in Senato potessero sedere non più di cinque senatori vitalizi, indipendentemente dal fatto che fossero stati nominati dal Presidente in carica o da uno dei suoi predecessori, ma questa prassi è stata piú volte interrotta.
Di fatto, il voto dei senatori a vita si rivelò più volte di fondamentale importanza a causa del ridotto scarto di seggi che separava maggioranza e opposizione, ma poiché i senatori di diritto sono equiparati a tutti gli effetti ai senatori elettivi, non hanno nessun obbligo di astenersi al voto.