L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
articolo 41
Spiegazione
L’art. 41 delinea un modello a economia mista, in cui l’iniziativa privata convive con quella pubblica, in cui lo stato opera come proprietario o gestore di aziende. La formulazione indeterminata dell’art. 41 ha dato luogo a numerose controversie interpretative. È incerto infatti se si voglia garantire solamente la «libertà di iniziativa economica privata», come stabilisce il primo comma, oppure stabilire una «norma generale» sull’attività economica, come lasciano pensare termini come “utilità sociale” e “ fini sociali, presenti nel secondo e terzo comma.
Storia
Circa il terzo comma, il dibattito parlamentare fu animato dalla proposta dell’on. Giuseppe Arata (Partito socialista di unità proletaria) di inserire il termine «piani» dopo «controlli», “al fine di disciplinare quegli interventi o interventismi di Stato che oggi campeggiano in tutti i paesi”. L’economista liberale Luigi Einaudi (Unione democratica nazionale) – evidenziando come il principale problema dell’economia italiana fosse la presenza di forti monopoli, propose l’aggiunta del seguente comma: «La legge non è strumento di formazione di monopoli economici; e ove questi esistano li sottopone al pubblico controllo a mezzo di amministrazione pubblica delegata o diretta». Posto in votazione, l’emendamento fu respinto. A partire dagli anni Novanta, però, il ruolo statale nell’economia si è andato ridimensionando in seguito a un programma di privatizzazioni mediante il quale numerose società controllate dallo Stato sono state cedute ai privati.
Attualizzazione
In epoca recente lo Stato ha preso coscienza del fatto che il nostro tessuto economico è formato prevalentemente da piccoli imprenditori che operano in quasi tutti i comparti (agricolo, tessile, dolciario, meccanico, artistico, informatico) mentre le grandi società occupano solo quei settori per i quali sono necessari grossi investimenti (settore metallurgico, automobilistico, alimentari, trasporti, chimico). Ciò ha giustificato l’adozione di normative di supporto come quella in tema di agevolazioni per le start-up, piccole imprese caratterizzate da una forte componente innovativa nel campo della tecnica o della scienza: idee nuove per generare nuovo lavoro. E non solo. L’edilizia ha sempre costituito un forte traino per la nostra economia, atteso l’interesse dei privati verso forme di investimento immobiliare. Di qui una serie di agevolazioni fiscali nei confronti di quanti effettuano interventi di ristrutturazione o efficientamento energetico. Si tratta di benefici di cui si avvantaggia l’intera collettività per via della maggiore circolazione del denaro e dell’ammodernamento del patrimonio immobiliare italiano.