“L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.”
ARTICOLO 10
Procedimento per entrare in Italia
Il procedimento per entrare in territorio italiano varia se si parla di uno straniero extracomunitario o dell’unione europea. Questi ultimi infatti possono circolare nella penisola in assenza di visto per massimo 90 giorni, mentre per gli extracomunitari la procedura è più complessa, vediamo il perché. Prima di tutto uno straniero extracomunitario deve rientrare nelle quote massime annuali, che sono il numero massimo di stranieri non europei che possono entrare nel suolo italiano, possedere un passaporto valido e un visto d’ingresso, ovvero il permesso di accedere nel proprio paese. Una volta sorpassati i valichi di frontiera, se lo scopo è rimanere in Italia per un periodo maggiore di tre mesi, l’obbiettivo è ottenere un permesso di soggiorno, che possiede anche esso una durata variabile a seconda del motivo per cui si desidera risiedere in Italia. Altro metodo per entrare in Italia è il ricongiungimento familiare, dove uno straniero regolarmente soggiornante in territorio nazionale, può chiedere il rilascio del nulla osta (nulla che impedisce l’ingresso dello straniero es. fedina penale) per determinati congiunti previsti dalla legge (coniuge, figli, genitori e fratelli).
Modifiche nel processo di immigrazione
Nel corso degli anni le modifiche attuate al processo di immigrazione sono state poche e due possono considerarsi le più significative:
1) LEGGE BOSSI-FINI (da Gianfranco Fini e Umberto Bossi) in vigore dal 10 settembre 2002
La legge modificava le norme già esistenti dal 1998 in materia di immigrazione e asilo. Le principali modifiche furono:
- Ingresso solo per chi è già in possesso di un contratto di lavoro valido da permettere allo straniero il mantenimento.
- Solo chi possiede un contratto di lavoro può ottenere il permesso di soggiorno che durerà due anni se il contratto di lavoro è indeterminato, un anno negli altri casi. Se nel frattempo diventa disoccupato, sarà costretto a rientrare in patria.
- introdotto l’obbligo di rilevamento e registrazione delle impronte digitali.
- Ricongiungimenti familiari approvati anche per i genitori con età superiore ai 65 anni e se nessun’altro figlio può prendersene cura.
2) DECRETO SICUREZZA Salvini in vigore da novembre 2018 (a cui è stato anche il tema dell’Immigrazione)
Nuove modifiche alla legge in materia immigrazione e asilo:
- Aumentati i tipi di reati che sospendono la richiesta di asilo politico (aggiunti violenza sessuale, spaccio, furto e lesioni aggravate a pubblico ufficiale).
- Tempi di trattenimento nei centri per il rimpatrio aumentati da 90 a 180 giorni.
- Si attua la revoca della cittadinanza se il soggetto (straniero) è considerato pericoloso per lo Stato.
- Sprar (sistema protezione richiedenti asilo & rifugiati): i centri che accolgono migranti possono accettare solo minori non accompagnati che hanno ricevuto la protezione internazionale.
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