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Articolo 101

La giustizia è amministrata in nome del popolo.

I giudici sono soggetti soltanto alla legge.

Articolo 101

Storia

La discussione si concentrò a lungo su un articolo aggiuntivo proposto da Gennaro Patricolo,  che intendeva dar vita ad un sistema di giustizia completamente indipendente da ogni influsso politico. L’articolo proponeva che la magistratura, la polizia giudiziaria e l’amministrazione degli istituti di prevenzione e pena diventassero organi del potere giudiziario. L’on. Meuccio Ruini rispose a questa proposta affermando che fosse fondamentale garantire indipendenza alla magistratura, ma che affermare che essa dovesse amministrare tutti gli aspetti della giustizia non avrebbe fatto alto che renderla una sorta di ministero. Secondo il concetto di organizzazione dello stato e di tutto l’insieme delle organizzazioni che ne compongono la struttura, non si è giunti all’estremo di Patricolo.

Spiegazione

Questo articolo vuole sottolineare come il popolo sia la legittimazione di tutte le funzioni statuali, che vengono esercitate a suo nome dallo stato. Tutti i cittadini (e quindi anche i giudici) sono sottoposti alla legge, da intendersi come interpretazione della volontà popolare. L’articolo vuole ribadire come l’esercizio della giustizia debba essere privato di ogni ingerenza da parte degli altri poteri. Il secondo comma infine, afferma che i giudici non possano non applicare una legge, questi però, possono sollevare dei dubbi sulla sua costituzionalità e porre la questione alla Corte Costituzionale.

Approfondimento

https://www.quirinale.it/allegati_statici/costituzione/Statutoalbertino.pdf

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