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Articolo 35: la Repubblica tutela il lavoro

“La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.

Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.

Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.

Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.”

articolo 35

Ma cosa significa?

L’articolo 35 della Costituzione italiana introduce la cosiddetta “Costituzione economica”. Esso getta le fondamenta per una regolamentazione giuridica volta a tutelare il lavoratore, in modo particolare il lavoratore subordinato (principio di tutela del lavoro).
Il secondo comma, sottolinea l’importanza della “formazione e dell’elevazione professionale” (corsi per disoccupati, per lavoratori che intendano riqualificarsi, per apprendisti etc.), che devono essere garantite dalla Repubblica al fine di fornire le competenze necessarie allo svolgimento di una attività.
Il terzo comma sottolinea che sono favoriti accordi e organizzazioni internazionali in materia di diritto del lavoro (l’Italia, quindi, aderisce all’Organizzazione internazionale del lavoro).
L’ultimo comma dell’articolo riconosce la libertà di recarsi all’estero per svolgere un’attività lavorativa ed è strettamente collegato a quello appena citato (terzo comma).
La firma di accordi internazionali, infatti, ha come principale obiettivo la tutela del lavoratore italiano in territorio estero (si vuole evitare che quest’ultimo sia vittima di trattamenti sfavorevoli o discriminazioni che lo privino dei suoi diritti fondamentali). Particolare importanza ebbe la formulazione di quest’ultimo comma attraverso cui l’Assemblea costituente volle garantire la libertà di emigrazione e favorire una graduale abolizione dei vincoli internazionali alla libertà di trasferimento dei lavoratori (Vittorio Foa, membro del Gruppo autonomista, manifestò, a più riprese, la chiara intenzione di combattere, in questo modo, «il chiuso isolazionismo demografico» e «i divieti di immigrazione».)

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